è Maggio 2010, finalmente in Italia esce il Maxi-Epico Crossover
Blackest Night, la Notte più Profonda.
Questa superba serie si snoda in otto differenti uscite, più un surplus di Tie-In (storie secondarie che avvengono attorno agli eventi principali), che variano dall’essere
carine al
abbastanza inutili fino all'
orrido.
Ma esse non sono necessarie per comprendere a pieno quello che epica allo stato puro, tutto ciò che si può amare della DC Comics è in questo fumetto.
Ma introduciamo: di che cosa parla Blackest Night? Questa storia ha ampie ramificazioni all’interno dei miti delle Lanterne Verdi, e per riuscire a comprenderla a pieno è necessaria una cultura minima di fondo su tutti i principali concetti del corpo e del suo universo: lo spettro emozionale, i corpi rivali, le creature primarie dell’universo, ma anche nel corso della storia principale sono fornite spiegazioni per i non esperti.
La galassia DC in questo momento è in fermento: nello spazio di corpi delle Lanterne Verdi e i loro alleati sono in perenne lotta contro avversari dei corpi opposti, le Lanterne Rosse dell’ira, quelle Arancioni dell’avidità e i Sinestro Corps della Paura.
E mentre questo è in atto, una nuova minaccia scende dallo spazio: anelli neri, il cui potere è quello di riportare alla vita i morti.
Scoppia la battaglia e tutto l’universo DC è costretto a combattere contro i suoi cari tornati in piedi dalla tomba.
Il centro di Blackest Night è la morte, l’analisi di quello che davvero rappresenta per i suoi personaggi, il perché alcuni supereroi continuino a tornare anche dopo che la loro vita ha termine.
La scrittura di Geoff Johns è superba, sa alla perfezione come catturare ogni singolo personaggio e mostrarlo per ciò che è veramente, tenendo allo stesso tempo un ritmo che in svariati altri crossover a 8 uscite (il formato classico in cui molte storie vengono
forzate per ragioni di marketing) non riescono a mantenere.
In Blackest Night non troverete mai tempi morti (battutaccia), anzi, vi fermerete a dire “voglio di più, voglio più particolari, voglio più emozioni”, perché è questo che le grandi storie ti danno: desiderio di esplorarle in ogni dettaglio e in ogni vignetta.
Tutto questo non può che essere amplificato dalla magnificenza del tratto di Ivan Reis. Ogni singola tavola è un capolavoro, un opera d’arte ricca di colori sgargianti e dettagli precisi e realistici.
La storia di Blackest Night è densa di azione e avvenimenti, carichi di quel retrogusto horror da film di George Romero: nelle storie di zombie lo
splatter è un ingrediente essenziale, e qui non viene mai a mancare, assieme ad un certo gusto per il macabro e il sordido
La prima uscita di questo Crossover non deluderà nessun fan o chiunque voglia avventurarsi al suo interno.
Vi auguro dunque di apprezzare la lettura ed immergervi in essa anche solo la metà di quanto ho fatto io.
E ricordate: anche dopo la Note più Profonda, vi è sempre il Giorno più Splendente.