« Freedom is the freedom to say that two plus two make four. If that is granted, all else follows»
Penso che sia un libro che non ha bisogno di nessuna presentazione
comunque farò la fatica di copincollare la trama da Wikipedia.
Il protagonista del romanzo, Winston Smith, è un membro subalterno del partito, incaricato di aggiornare i libri e gli articoli di giornale in modo da rendere riscontrabili e veritiere le previsioni fatte dal partito; egli inoltre si occupa di modificare la storia scritta, contribuendo così ad alimentare la fama di infallibilità del Partito stesso. Apparentemente è un tipo malleabile, ma Winston in realtà mal sopporta i condizionamenti del partito e non riesce a cancellare e riscrivere la propria mente. Accanto a lui agiscono altri due personaggi: Julia, della quale Winston è innamorato (malgrado i divieti del partito) è una giovane che si adatta al partito solo per convenienza, e O'Brien, un importante funzionario nel quale il protagonista vede una figura paterna.
Nonostante il partito imponga la castità (il sesso è permesso al solo scopo di procreare senza piacere), Winston e Julia diventano amanti e decidono di collaborare con un'organizzazione clandestina di resistenza. Dopo essersi confidati con O'Brien, che i due credono anche lui ribelle, scoprono però che questi è invece un membro della psicopolizia.
Arrestati, vengono interrogati proprio da O'Brien, il cui fine è far penetrare in Winston, evidentemente refrattario al condizionamento sociopolitico del Socing, la tecnica del Bipensiero attraverso tre fasi: apprendimento, comprensione, accettazione.
Se non lo avete letto dovete provvedere assolutamente, anche solo per accorgervi come già nel 1948 Orwell avesse inquadrato in modo preoccupantemente preciso la società (sopratutto al giorno d'oggi è un libro attualissimo poi
basti pensare a tutta la tecnologia che sulla carta ci permette di controllare ed essere controllati dagli altri, oppure all'influenza dei media sulla popolazione, o sull'importanza che ha una lingua davvero ricca, una delle poche nostre che a noi è rimasta
).
Io l'ho letto questa estate in inglese (una delle poche volte che ho fatto i compiti di inglese peraltro
) e ogni tanto me lo vado a rileggere con non poco piacere
a tratti è stato anche illuminante (per ricollegarmi al discorso sulla lingua, prima non avevo mai pensato che eliminando progressivamente i vocaboli "pericolosi" si potesse arrivare addirittura a distruggere il concetto che c'è dietro nonostante sia una cosa quasi ovvia). La frase che preferisco del libro comunque è quella che ho citato in alto senza dubbio
mi è rimasta impressa perchè è grammaticalmente oscena (dire che la libertà è la libertà è come dire che una retta è una retta
) ma ha dietro un concetto che nella storia peserà moltissimo (sopratutto nell'ultima parte del libro quando Winston viene catturato).
Si, dovevo torturarvi anche qui con le mie farneticazioni e vi è andata bene che non ho pescato qualcosa tipo un topic su Foscolo o D'Annunzio